Stephen King, It – p. 87

Il puzzo non era quello di corpi in putrefazione, ma di ricordi in putrefazione, ed era un puzzo peggiore.

Stephen King, It – p. 199

Lessi il libro di Buddinger, trascrissi le note a piè di pagina e cominciai a indagare su quelle. Fu un lavoro più soddisfacente, ma le note hanno singolari proprietà, sapete, un po’ come sentieri tortuosi in un territorio sconosciuto e selvaggio. Si biforcano e poi si biforcano di nuovo e in qualsiasi momento puoi scegliere la direzione sbagliata che ti porta a un intrico impenetrabile di rovi o a uno stagno di sabbie mobili. «Se trovate una nota a piè di pagina», aveva detto una volta uno dei miei professori, «montateci sopra e schiacciatela prima che prolifichi.» E prolificano davvero. E se talvolta è un bene, temo che più spesso non lo sia affatto.

Stephen King, It – p. 302

C’era una piega maligna, in quel sorrisetto, l’espressione di chi ha trovato molto su cui riflettere, ma quasi niente da valorizzare, nella condizione umana.

Stephen King, It – p. 698

Ma con l’età adulta, tutto questo cambiava. Non si restava più svegli nel letto, convinti che ci fosse qualcosa accovacciato nell’armadio o fuori della stanza, a grattare alla finestra… ma quando accadeva qualcosa di straordinario, qualcosa che sfuggiva a qualunque spiegazione razionale, si verificava un sovraccarico dei circuiti.

Stephen King, It – p. 709

«Aveva una tessera da ragazzo?» «Certamente.» Ben sorrise. «Dopo gli amici, credo che la mia tessera della biblioteca fosse la cosa più importante…»

Stephen King, It – p. 735

la premessa paterna, secondo la quale l’esistenza dell’autorità era giustificata solo dalla preoccupazione…

Stephen King, It – p. 943

«Certe cose vanno fatte anche se sono pericolose. Questo è il primo fatto importante che ho scoperto senza doverlo venire a sapere da mia madre».

Stephen King, It – p. 1091

Si risvegliò una volta sola, quando, in un inferno buio, puzzolente e gocciolante nel quale non brillava luce alcuna, di nessun genere, It cominciò il suo pasto.

Stephen King, It – p. 1145

Buona fortuna, Big Bill, pensò Ben e preferì non guardare più. Ne soffriva, provava dolore in un luogo così intimo che nessun vampiro o licantropo sarebbe mai riuscito a raggiungere. Restava tuttavia il senso del decoro. Era un vocabolo che non conosceva, per un concetto che gli era invece assolutamente chiaro. Guardarli mentre si fissavano in quel modo sarebbe stato da parte sua indecoroso come guardarle il seno quando avesse lasciato andare i lembi della camicetta per infilarsi la maglietta di Bill. Se ha da essere così, così sia. Ma tu non l’amerai mai come l’amo io. Mai.

Stephen King, It – p. 1149

La vita sarebbe continuata, e a undici anni, per quanto intelligente e intuitivo, non aveva ancora affinato il senso della prospettiva.

Stephen King, It – p. 1149

Non era infatti vero che il potere, come It, era multiforme? Era un neonato che piange nel cuore della notte, era una bomba atomica, era un proiettile d’argento, era il modo in cui Beverly guardava Bill e il modo in cui Bill guardava Beverly.

Stephen King, It – p. 1184

E finalmente Beverly capì che cosa gli aveva messo in testa It… anche se sotto sotto intuiva che quel pensiero doveva essersi annidato nella sua mente da sempre… Forse It non aveva fatto altro che usare strumenti che da tempo aspettavano di essere raccolti.

Stephen King, It – p. 1197

Quando morirò, suppongo che me ne andrò con una tessera di biblioteca in una mano e un timbro di SCADUTO nell’altra.

Stephen King, It – p. 1328

Ma insieme avevano scoperto un segreto allarmante del quale nemmeno It era stato consapevole: ogni credenza ha il suo rovescio. Se ci sono diecimila contadini medievali capaci di far esistere i vampiri con la forza della loro credulità, può essercene sempre uno, e probabilmente bambino, capace di immaginare il piolo con cui ucciderli.

Stephen King, It – p. 1413

È di questo che aveva paura suo padre? Aveva ragione! C’è potere in questo atto, una forza profonda, capace di spezzare qualunque catena. Non prova piacere fisico, bensì una sorta di estasi mentale. Sente la vicinanza.

Stephen King, It – p. 1415

qui ci sono amore, desiderio e buio. E se non provano a conquistare i primi due, resterà loro solo il terzo.

Stephen King, It – p. 1477

pensa che è bello essere bambini ma è anche bello essere adulti ed essere capaci di riflettere sul mistero dell’infanzia…

Stephen King, It – p. 1478

chi ha guardato in avanti deve anche guardare indietro e che ciascuna vita crea la propria imitazione dell’immortalità: una ruota.