Stephen King, It – p. 199

Lessi il libro di Buddinger, trascrissi le note a piè di pagina e cominciai a indagare su quelle. Fu un lavoro più soddisfacente, ma le note hanno singolari proprietà, sapete, un po’ come sentieri tortuosi in un territorio sconosciuto e selvaggio. Si biforcano e poi si biforcano di nuovo e in qualsiasi momento puoi scegliere la direzione sbagliata che ti porta a un intrico impenetrabile di rovi o a uno stagno di sabbie mobili. «Se trovate una nota a piè di pagina», aveva detto una volta uno dei miei professori, «montateci sopra e schiacciatela prima che prolifichi.» E prolificano davvero. E se talvolta è un bene, temo che più spesso non lo sia affatto.