Paul Auster, 4 3 2 1 – p. 467

alla fine la madre aveva sostituito Dio nella sua mente come essere supremo, l’incarnazione umana dello spirito divino, una divinità imperfetta e mortale soggetta ai malumori e alle continue confusioni che affliggono tutti gli esseri umani, ma lui la venerava perché era l’unica persona che non lo deludeva mai e, malgrado i dispiaceri che le aveva dato o le brutte figure che aveva fatto con lei, sua madre continuava ad amarlo e non avrebbe mai smesso per tutta la vita.